Il futuro del ciclismo agonistico italiano passa da questi ragazzi, e la tutela della loro salute è indispensabile per i vivai.
Si discuteva tempo fa che l’esasperazione a livello giovanile della performance può “bruciare” talenti, e in questa discussione veniva inserita anche la visita biomeccanica come fattore di burnout.
Dal punto di vista fisioterapico, ma in generale a prevenzione di eventuali patologie di sovraccarico, la visita biomeccanica, è e resta, una tutela della salute più che una ricerca del marginal gain. Innanzitutto il fisioterapista fa da filtro per eventuali patologie dell’accrescimento come scogliosi, dorso curvo o piedi piatti, e è competente per indirizzare il ragazzo a una corretta diagnosi; in secondo avere una posizione in sella corretta aiuta allo sviluppo delle capacità coordinative e condizionali.
Nella mia attività come fisioterapista, mi trovo spesso a curare patologie da sovraccarico di ragazzi che hanno pedalato per lungo tempo con la sella bassa o con le tacchette non regolate a dovere. Una sella bassa provoca una maggior pressione tra le superfici articolari del ginocchio, cosi come, una tacchetta troppo avanzata, crea un carico maggiore sul tendine di achille e una aumentata curvatura lombare (iperlordosi).
Non è solo però colpa della bici se i vostri ragazzi lamentano mal di schiena o di ginocchia; a volte è il loro fisico che non si adatta alla bici in quanto rigido. E’ necessario quindi lavorare anche su quello e non solo sulla posizione in sella.
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